2 giugno 2009

Porte aperte (G. Amelio - 1989)


Trama
A Palermo nel 1936, con assoluta freddezza, Tommaso Scalia uccide tre volte: prima elimina con una coltellata l'ex superiore Avvocato Spatafora, che lo aveva licenziato; poi il collega che ha preso il suo posto di impiegato presso una organizzazione sindacale fascista e infine la moglie dopo averla violentata in una strada fra gli ulivi. Il destino di Scalia appare segnato poichè, secondo il codice penale dell'epoca, per delitti del genere è prevista la pena di morte con fucilazione alla schiena. Ma Vito Di Francesco, un giudice "a latere", che detesta l'idea stessa della pena di morte e che la considera una prova manifesta di inciviltà giuridica ed umana, pur di fronte all'assassinio più orrendo, scava così nella vita dell'imputato, pone precise domande ai testimoni e indaga per conto suo...

Da ricordare
- la caratterizzazione dei personaggi, molto ben disegnati
- la figura del giudice Di Francesco quale esempio di equilibrio di pensiero
- le scene processuali di grande tensione emotiva
- il ritmo delle prime scene con gli omicidi
- la figura di Scalia che tende ad affrettare la propria condanna a morte pur di onorare lo spirito giustizialista del regime fascista

Difetti
- la chiusura risulta un po' affrettata e troppo sottintesa rispetto al dettaglio delle udienze
- l'audio in presa diretta ostacola la comprensione delle frasi in dialetto, rendendo utili i sottotitoli
- alcuni passaggi della sceneggiatura potevano essere meglio esplicitati

Giudizio 7,5/10

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